Baby, la recensione della prima stagione del teen-drama prodotto da Netflix

 

Baby è il primo teen-drama italiano, produzione originale Netflix, disponibile sulla piattaforma dal 30 novembre. La serie di sei episodi è liberamente ispirata ai fatti di cronaca che nel 2013 sconvolsero l’alta società romana dell’esclusivo quartiere Parioli – lo scandalo delle baby squillo – due quattordicenni dell’alta società che si prostituivano per continuare a condurre una vita agiata. Infatti dalle dichiarazioni che emersero all’epoca delle indagini, una delle adolescenti coinvolte affermò che «Tutto è iniziato con la mia amica Angela in quanto un giorno ci siamo collegate su una bacheca incontri e annunci per trovare dei lavoretti ed essere autonome. Abbiamo visto un annuncio invitante per lavorare e guadagnare facilmente tanti soldi. Io conosco Angela da quando facevo le medie: è la mia amica del cuore. Lei ha iniziato a lavorare, io l’ho fatto più tardi. Io e Angela siamo esigenti, vogliano molte cose: vestiti, macchine, benessere».

Eppure, la prostituzione in Baby è solo un pretesto per raccontare le vicende di un gruppo di adolescenti che frequentano una ricca scuola privata, e fino a qui sembra di stare in Elite (il più famoso teen-drama spagnolo) solo con il Tevere sullo sfondo. Adolescenti problematici come quelli di 13 Reasons Why, che nonostante siano figli privilegiati, sono sempre più scontenti, frustati ed insoddisfatti dai rapporti coi genitori, con gli insegnati, sopratutto con loro stessi.

baby recensioneLa protagonista Chiara (Benedetta Porcaroli), dall’apparenza la tipica barbie, la classica brava ragazza della porta accanto, quella che tutti i genitori vorrebbero come amica della propria figlia, ricorda molto il personaggio di Betty Copper in Riverdale. Entrambi i personaggi celano dei lati oscuri del loro carattere, dietro quella maschera da brave ragazze che ostentano con finzione nel loro quartiere. Ma una serie di delusioni sentimentali e familiari spinge Chiara ad allontanarsi dalla sua migliore amica Camilla (Chabeli Sastre Gonzalez), l’amica ‘perfettina’, e ad avvicinarsi a Ludovica (Alice Pagani), ritenuta da tutti una cattiva ragazza per aver girato un video hard con il suo ex fidanzato poi reso pubblico, in un chiaro episodio di cyber-bullismo. Come in tutti dramma adolescenziali che si rispettino ci sono una mora (pericolosamente ribelle) ed una bionda (un po ‘incerta e sensibile): Blair e Serena (Gossip Girl), Betty e Veronica (Riverdale), Elena e Lila (ne L’amica geniale) fino a Chiara e Ludo. Accanto alle due protagoniste ruotano le vite degli altri personaggi come quella di Fabio (Brando Pacitto), amico e compagno di classe di Chiara, figlio del preside, con un prevedibile segreto; e di Niccolò, il fratello di Camilla (Lorenzo Zurzolo), il tipico belloccio della scuola. A scombussolare le dinamiche della scuola, ci penserà il nuovo arrivato Damiano (Riccardo Mandolini), cresciuto con la madre nel quartiere popolare del Quarticciolo a seguito dell’abbandono da parte del padre ambasciatore. Da subito, Damiano sarà etichettato come un emarginato per i suoi modi, la parlata ed il fare da ‘coatto’, che testimoniano la sua diversa estrazione sociale. Nel corso della storia le due protagoniste evolveranno in maniera turbolenta la loro amicizia, anche a causa delle nuove conoscenze con Saverio (Paolo Calabresi) e suo cugino Fiore (Giuseppe Maggio), che scommettono sulla vitalità giovanile delle ragazze. Nel cast figurano anche altri volti noti del cinema italiano nel ruolo dei genitori come Isabella Ferrari e Claudia Pandolfi.

Le due attrici, Porcaroli e Pagani, sono molto realiste e credibili nel ruoli che interpretano. Porcaroli in modo convincente, a seconda del momento, passa dall’essere un ramoscello indifeso ad una femme fatale della porta accanto. In generale viene lasciato più spazio ai personaggi femminili e al loro sviluppo, mentre poco a quelli maschili che appaiono quasi sempre ‘negativi’, come Mandolini e Pacitto, dando per scontato che il loro percorso sia più semplice in una società patriarcale. Baby tasta il terreno di un’ideologia confusa, in cui vuole far credere che sia una decisione attiva delle ragazze, quello che stanno facendo, un segno di indipendenza e persino un riallineamento delle scale di una società, in cui gli uomini hanno ‘diritto’ ha una libertà sessuale generalmente negata alle donne. Non viene mai presa una posizione o espresso quantomeno un giudizio critico sulla prostituzione delle minorenni.

Questi teenager, nonostante siano cresciuti nel ‘miglior mondo possibile’, hanno bisogno di una vita segreta per vivere in questo tipo di acquario svuotato dai sentimenti e valori umani. Nonostante l’illusoria trasparenza, visto che condividono ogni loro esperienza sui social media, rimangono misteri assoluti per i loro genitori, che sono tutti troppo egocentrici e egoisti per notare il precipizio su cui stanno per precipitare i loro figli. Baby è senza dubbio pieno di giovani vulnerabili che fanno scelte stupide, senza mai preoccuparsi della posta in gioco. La frustrazione per le orribili caricature dei genitori, i ritratti di pericolosa immaturità, mentre i loro figli affrontavano la loro stessa maturità.

Il problema, semmai, è che l’intrattenimento fatica ad aumentare. Perché se Elite ha l’escamotage di un misterioso omicidio da svelare, in questa versione italica l’intrattenimento rimane per un po’ voyeuristico, limitandosi al solo osservare. L’ossimoro è lampante, come quello di una serie sulla prostituzione dove oltre il ‘casto’ non viene mai mostrato nulla… forse perché siamo dinanzi ad un altro passo insignificante sulla via della ribellione. Dietro le pressioni familiari, sociali e i segreti condivisi, Baby parla di giovani e adulti che hanno un disperato bisogno d’amore. Per un storia di melodrammi sciagurati e puerili incomprensioni, romantica e pudica allo stesso tempo (dove ogni nudità è bandita). Poteva esserci il rischio di un contraltare gratuitamente hot, certo, ma invece qui si tocca il parossistico dell’altro estremo!

BABY

Cast: Benedetta Porcaroli, Alice Pagani, Riccardo Mandolini, Isabella Ferrari, Claudia Pandolfi

Italy 2018

Elisabetta Sepe

Cinefila per hobby, decanto i film Disney e non posso fare a meno dei gangster-movie Scorseniani. Con un dottorato in corso d'opera, amo passare il tempo libero seguendo diverse series internazionali, da cui non disdegno anche quelle italiane. DaDa Movie è la mia prima collaborazione di scrittura online.

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