It Follows di Robert Mitchell

 

«Lo vedi anche tu?»

Quando il terrore fa veramente paura. Esempio ragguardevole di horror calato nel suo tempo, ricco di suggestioni macabre, tese quanto angoscianti, tanto da potersi sfregiare del titolo di film ‘generazionale’ fuori da ogni tempo e ogni dove. Guarda a Carpenter e agli anni ’80 It Follows, ma è anche vero che il suo orrore strisciante – la “cosa” ora imprevedibile, ora con la capacità di presentarsi sotto forme diverse, ora di promettere un destino fatale – richiama, indirettamente, la malevolenza del folklore giapponese. Come un incubo mentale perpetuo, letale e impenetrabile nei suoi fini, celato nel buio minaccioso, tra gli spazi sconfinati di un inquietantissimo coming of age figlio dei nostri giorni: fatto delle paranoie e delle incertezze sul futuro che segnano i ragazzi di oggi.

Giovani con i loro amori, le gelosie, le stravaganze più buffe ma desiderose di trovare protezione. Come la bella diciannovenne Jay: capelli lunghi, sinuosi, amante delle gite a lago e del suo fidanzato Hugh. Oppure Yara, sguardo più severo sul mondo e un occhio sempre al kindle che ricorda un talismano a forma di conchiglia. Ma strane, raccapriccianti visioni iniziano improvvisamente a palesarsi. Nascoste in ogni dove, ai quattro angoli dell’inquadratura, con dirompenza implacabile: pronte a minare loro qualsiasi certezza di sicurezza.

L'attrice americana Maika Monroe

Dominato da forze inspiegabili (ultraterrene), il film di Robert Mitchell si insinua dentro la vita semplice della protagonista al pari di una malattia febbrile (trasmessa sessualmente), lasciata lì in eredità da un mondo dalle mille insidiosità senza nome né volto. Ignote a noi così come ai ragazzi di It Follows, perché in crisi identitaria con loro stesse; senza appigli né tantomeno un qualche punto di riferimento ben piantato che possa ridestare i loro incubi da quello stato di costante smarrimento e caos esistenziale. Qui i sobborghi urbani appaiono desolati, le città pervase da un’atmosfera quasi irreale, dai contorni sinistri ed ‘esposte’ a un male indecifrabile, dove ogni difesa sembra impossibile. Un fuoricampo a 360° meravigliosamente plumbeo, dall’inizio alla fine, per cui si è sempre costretti a guardarsi indietro, con disagio, moltiplicando i punti di vista fino a un orizzonte assoluto e inafferrabile.
Confinato allora lontano da tutto, perfino dagli adulti inesistenti o inadeguati, il microcosmo elitario di It Follows fa ancora più paura, la sua fisicità spaventa e il mondo acquisisce il sapore disilluso e malinconico dell’abbandono. Poiché se niente dura per sempre, il mostro contemporaneo è invisibile eppure tutt’intorno a noi: mai veramente a fuoco, caratterizzato da una corposità liquida ed ipnotica che non lascia scampo alle macerie fisiche o sentimentali che lo attraversano. Al servizio di una narrazione legata al concetto del vedere, la regia superba di Mitchell scolpisce dunque l’horror vacui per eccellenza. Una mirabile opera dall’ingegno puntale e agghiacciante, tra le più originali rappresentazioni orrorifiche degli ultimi anni. Furente e dal grandissimo impatto.

It Follows

  • Regia: David Robert Mitchell
  • Cast: Maika Monroe, Keir Gilchrist, Jake Weary
  • USA 2014

Trailer di It Follows

Francesco Bruni

Lynchiano di spirito, Malickiano di adozione, mi cimento con la 7 Arte da quando possiedo memoria. Ho collaborato con diverse testate online, esplorando il cinema in tutte le sue forme, prodigandomi nella tecnica audiovisiva come nella scrittura di critica giornalistica. DaDamovie è il mio primo blog cinematografico.
 

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