Your Name, guida all’approfondimento sul fortunato film di Makoto Shinkai

 

Kimi no na wa, questo il titolo originale di Your Name, pellicola d’animazione giapponese di Makoto Shinkai targata2016.

È la storia di due adolescenti, Mitsuha Miyamizu e Taki Tachibana. La prima vive nella rurale cittadina di Itomori, mentre il secondo nella capitale nipponica. Mitsuha, studentessa liceale, orfana di madre, passa le giornate in compagnia della nonna Hitoha, una sacerdotessa, e della sorella minore Yotsuha, mentre suo padre, dopo la morte della moglie e dopo aver ripudiato il mestiere della cognata, è stato allontanato da quest’ ultima e da allora si è ritirato a vita privata, concentrandosi sulla propria carriera politica. Taki è un liceale che passa le giornate dividendosi tra scuola e lavoro. Fa il cameriere part- time presso il ristorante Il giardino delle parole (chiaro riferimento al precedente film di Shinkai del 2013, prodotto da Comix Wave Films. È un ragazzo molto timido e impacciato con le ragazze, divide la propria esistenza tra lavoro e studio. L’inizio del film è incentrato sulla figura femminile, la quale non contenta del luogo in cui vive e discriminata in quanto donna, desidera essere un’altra persona. «Io odio questo paese! Non sopporto più questa vita! Ti prego, nella prossima vita voglio essere un bel ragazzo di Tokyo», questa la frase pronunciata che darà vita allo scambio di corpi. L’indomani Mitsuha si ritrova nel corpo di Taki, mentre quest’ultimo in quello di Taki. Come reagiranno i due a questo scambio?

Si tratta di uno body swap (scambio di corpi), nonostante l’idea non sia così originale, il regista rappresenta i protagonisti con la delicatezza tipica nipponica, distaccandosi da pellicole che rappresentano il medesimo argomento. Il tema dello scambio di personalità è ripresa dal suo precedente lungometraggio Kumo no mukō, yakusoku no basho, da noi con il titolo Oltre le nuvole, del 2004, proiettato nelle sale cinematografiche italiane solamente nel recente 2017.

Makoto sviscera a fondo il tema dello scambio dei corpi analizzandolo in tutte le sue componenti, che vanno, a mano a mano sviluppandosi e complicandosi: lo stupore della conoscenza, l’ansia di piacere all’altro, l’accettazione del rifiuto, in quanto il Taki sembra esser innamorato del suo datore di lavoro, la sensuale Miki Okudera. Una curiosità grava su quest’ultimo personaggio: Miki Okudera è la copia esatta di Yukari Yukino (la maestra ne Il giardino delle parole). La cometa nominata nella pellicola, Tiamat, è un riferimento alla dea della creazione e della distruzione. Questi duplici aspetti rappresenterebbero al meglio la cometa, la quale è bella da osservare, ma, nel momento in cui si posa sul terreno di Itomori, la riduce in cenere. Makoto ha rappresentato la vera Itomori, mentre per il lago si è ispirato a quello in Giappone di Suwa. Mentre la scalinata esiste veramente ed è quella del Santuario Shintoista di Suga, a Tokyo.

La ricca colonna sonora accompagna il film in quasi tuta la sua interezza, realizzata da Yojiro Noda, frontman di una rock band giapponese. Ben 27 tracce musicali che intontiscono, a lungo andare, come un martello lo spettatore.  L’NTT Docomo Yoyogi Building è un grattacielo di proprietà della NTT, alto 240 metri, situato a Shibuya, luogo dove Taki ammira il paesaggio.  Il ristorante “Il Giardino delle Parole” nella realtà è il “Cafè Boheme”, nel quale vengono serviti pietanze visivamente simili a quelle rappresentate dal maestro Shinkai. Altri luoghi simbolici rappresentati oltre il lago Suwa , sopra menzionato, sono Il tempio Hida-Sannogu Hie Shrine, l’isola di Aogashima dove avverrà l’incontro sovrannaturale tra i due protagonisti.

Ma è la tradizione giapponese a emerge con forza lungo tutta la pellicola. Dal forte impatto ne è la scena nella quale Mitsuha e sua sorella devono preparare il sakè, davanti al pubblico locale, tra cui i propri compagni di classe, sputandoci sopra. L’unione d’amore attraverso una porta sulla spazio-tempo, è invece da ricondurre a quello che i giapponesi chiamano il filo rosso del destino, che connetterebbe due persone destinate a stare insieme. Infatti la protagonista lega sempre la sua folta chioma bruna con un laccio rosso.

A livello d’incassi il film è riuscito nell’impresa superare quello della Città incantata (Hayao Miyazaki, 2003), raggiungendo i 290 milioni di yen e diventando così il film d’animazione di più successo nella terra del Sol Levante.

Trailer di Your Name

Matteo Platania

L’amore per il cinema d’animazione deriva da un evento avvenuto circa 15 anni fa: la visione del film “La città incantata” di Miyazaki. Da quel momento decisi di recuperare più film d’animazione giapponese possibili, fino ad avere un mio bagaglio culturale. L’amore per il genere d’animazione mi accompagna fin da piccolo ed ora voglio sviluppare tutto il mio potenziale scrivendo recensioni

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