Pioggia di Ricordi di Isao Takahata

 

Film animato del 1991 della nota casa nipponica Studio Ghibli. In precedenza Isao Takahata, aveva girato nel 1988 il capolavoro dell’animazione giapponese Una tomba per le lucciole, straziante pellicola che raccontava la triste vicenda di due ragazzi che si trovano a lottare per sopravvivere durante la prima guerra mondiale. E il successivo Pioggia di ricordi ricalca quel solco, continuando il filone di opere appartenenti alla corrente del neo-realismo.

Tokio 1982. La nubile protagonista 27enne Okajima Taeko, impiegata, ripercorre le vicende della quinta elementare segnate da ricordi del  passato dolci, sgradevoli e imbarazzanti. La maggior parte delle vicende vissute da bambina, infatti, si svolgono all’interno della scuola. Ambiente dove viene impartita istruzione ed educazione. Altro tema fondamentale è la scoperta della femminilità e dei primi amori nati, come usava dire Venditti, tra i banchi di scuola. Il regista per diversificare le due età si serve di tonalità di colori diversi: per evidenziare la tenera età della bambina si serve di colori luminosi come il bianco e l’azzurro. Questo tipo di colori simboleggiano la nostalgia per il passato e anche la purezza propria dei bambini. Mentre il periodo attuale viene reso con tonalità più’ scure, che simboleggiano il presente. Colori più’ bui che rappresentano il mondo caotico della Tokio in cui vive la ragazza, governata dall’uso di computer, fax, telefoni, traffico, rumore, insomma la quotidianità di una ragazza che finge di essere felice. Mentre l’infanzia scorre più lenta, più’ silenziosa rispetto al tentacolare universo adulto.

pioggia di ricordiI flashback della ragazza ci riportano indietro al 1960. Riprendono un mondo che sembra totalmente diverso e lontano dalla modernità, dove il rispetto per la famiglia, per le regole della casa e l’istruzione scolastica erano radici ben piantate quanto difficili da estirpare. Un mondo in cui è la semplicità a dominare la scena: i giochi tra ragazze, i pettegolezzi figli della giovane età, tutto era intimo e al riparo dai moderni mezzi di comunicazione che avrebbero sconvolto ogni relazione umana da lì a qualche decennio. Il periodo storico viene individuato anche grazie alle scoperte occidentali, come quello dell’arrivo della band dei Beatles.

Per scappare da questo mondo così idealizzato, Taeko decide di prendersi un ‘break’ in campagna presso la famiglia Yamagata. La protagonista la chiama una “pausa”, ma in realtà anche qui lei rispetta quelle regole che si era auto-imposta, cioè’ quella di lavorare costantemente. La ragazza e’ nubile non perché’ non riesce a trovare un marito, bensì perché è tutta casa e lavoro. All’arrivo nella verde campagna, la prima preoccupazione della ragazza è quella di iniziare subito a lavorare. Inizia infatti la raccolta dei fiori di cartamo, materiale usato per fare rossetti. Nel mentre, trova la dolce amicizia con Toshio, un ragazzo che l’ha presa alla stazione e che è suo compagno di coltivazione. Amicizia che a mano a mano cresce, si fa sempre più intima quando la ragazza gli racconta della propria infanzia.

Taeko stringe con Toshio un’amicizia così forte, a tal punto, che le viene chiesto dalla gente del posto se vuole sposare il giovane. La ragazza non sa cosa rispondere, sconvolta fugge via. Per tornare al suo mondo idealizzato, alla sua esistenza che conosceva senza novità ne compromessi. Ma sul treno del ritorno a casa, Taeko non è sola. E’ accompagnata dalla piccola Taeko delle elementari e da tutti i suoi vecchi amici che la spingono a fare un’importante scelta: cambiare. La spingono infatti a tornare indietro, a vivere come lei vorrebbe: in semplicità’. Da bambina sognava di andare in campagna ed ora ha la possibilità di cambiare finalmente le carte della propria vita. In quel preciso momento, i due binari dell’esistenza con a bordo la bambina Taeko e quella adulta, ora si incontrano e si fondono. La giovane, che prima di allora non aveva mai avuto il coraggio di cambiare, adesso lo fa.

Trailer di “Pioggia di ricordi”

Matteo Platania

L’amore per il cinema d’animazione deriva da un evento avvenuto circa 15 anni fa: la visione del film “La città incantata” di Miyazaki. Da quel momento decisi di recuperare più film d’animazione giapponese possibili, fino ad avere un mio bagaglio culturale. L’amore per il genere d’animazione mi accompagna fin da piccolo ed ora voglio sviluppare tutto il mio potenziale scrivendo recensioni

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