Devilman Crybaby, la recensione della serie animata prodotta da Netflix

 

Una delle prime serie animate uscite su Netflix in questo 2018 è Devilman Crybaby. Il regista, sceneggiatore e animatore giapponese, classe 65, Masaaki Yuasa, dopo aver scritto e diretto il lungo metraggio Yoake tsugeru Lu no uta (in italiano “L’incontro di Kai e Lu”), vincitore del premio Crysdu long mètrage al Festival International du film d’animation d’Annecy (2017), premiato anche con l’Ofuji Noburo Award al Mainichi Film Award, sfiora l’impresa reinterpretando un manga e anime diventato cult: Devilman.

devilman crybabyDevilman è un manga di Go Nagai, che venne pubblicato su una rivista nipponica nel 1972. Nello stesso anno, sulla scia del manga, venne trasmesso l’anime, composto da 39 episodi, mentre in Italia arrivò dieci anni dopo. L’anime non segue passo passo il manga, in alcuni tratti prende le distanze, addolcendo la narrazione. Questo espediente, usato anche dalla Disney, fu necessario dal momento che la fascia d’età a cui l’anime aspirava non era molto elevata. A cavalcare l’onda del fumetto, senza alterarne forma e contenuto, arrivò il primo OAV “la genesi” del 1987 e “L’arpia Siren” del 1990, entrambi diretti da Tsutomo Iida.

Dopo “Devil Lady”, diretto da Toshiki Hirano, e Amon: Apocalypse of Devilman”, diretto da Toyoo Ashid e Kenichi Takeshita, Netflix riprende un manga ampliamene trattato per farne una serie animata di 10 episodi della durata di circa 30 minuti l’uno.

Prima ho usato il termine ‘impresa’ in quanto modernizzare un manga di quasi 50 anni non è cosa da tutti. Per affrontare l’arduo compito è stato chiamato Maasaki Yuasa. In u’intervista rilasciata a Buzzfed Japan, Yuasa ha parlato del progetto dicendo: «Non lo avrei sognato nemmeno tra un milione di anni [questo adattamento]. Avevo lavorato con la Aniplex a Ping Pong the Animation, e quando abbiamo cominciato a trattare per lavorare di nuovo insieme, sono stati loro a suggerire Devilman. Aveva lasciato una forte impressione su di me, quando l’ho letto da bambino, ma l’ho amato puramente come fan. Non avrei mai immaginato di animarlo. Devilman è un classico che è stato adattato molte volte, quindi pensandoci parecchio a come lo avrei approcciato, sono giunto alla conclusione che sarebbe stato un progetto difficile con cui andare avanti. Ma volevo anche vedere se ero all’altezza del compito». Per Yuasa traslare un manga in anime non è una cosa nuova; infatti il regista diresse “Ping Pong the animation” (2014), basato sul manga di Taiyo Matsumoto scritto nel 1996.

devilman crybabyTornando a Devilman Crybaby, la trama è molto fedele all’omonimo testo illustrato. E’ la storia di Akira Fudo, un ragazzo molto timido, bullizzato a scuola e molto insicuro, ma allo stesso tempo coraggioso e buono. Il passato di Akira Fudo è oscuro, sappiamo solamente che è un orfano che vive con Miki, ragazza di cui è segretamente innamorato, Tare, suo fratello, e i suoi genitori. Unico suo amico è Ryo, il quale compare in alcuni flashback e poi in età adulta dove ritrova Akira. La trama inizia a prender vita quando Ryo svela ad Akira la scoperta di demoni. Ryo svela all’amico che durante il sabba, festa di musica, alcool e droga, i demoni potrebbero fondersi con gli umani che perdono la ragione. Per far sì che accada questo, è necessario che venga versato del sangue, così, improvvisamente, Ryo con dei cocci di bottiglia, inizia a ferire a morte alcuni invitati. Akira viene aggredito da un demone, Amon, il quale si fonde con lui. Da qui la nascita di Devilman, mezzo umano, in quanto non ha perso la ratio, e mezzo demone.

Devilman Crybaby è una sorte di ponte tra l’eredità del passato e la dinamicità del presente, resa soprattutto dal sotto fondo musicale house. In questa serie troviamo moltissime tematiche, prima tra tutte del rapporto eros-tanathos. Eros (amore) è la forza per raggiungere il piacere inteso come volontà di instaurare rapporti e creare legami. A questa si oppone il Thanatos (la morte), istinto che stimola il caos e la distruzione. Queste due forze lottano tra loro per avere il sopravvento, ma da questo scontro non ci saranno vincitori. A rappresentare Eros e Thanatos sono rispettivamente Akira e Ryo. Altra tematica: il tema del doppio. Espediente particolarmente usato dalla scapigliatura milanese in periodo risorgimentale, la ritroviamo anche in Devilman. A Ryo (Thanatos) è contrapposto Akira (Eros), agli umani sono contrapposti i demoni.

Terza tematica quella della ciclicità degli eventi, ovvero tutte le azioni sono destinate a ripetersi all’infinito. Ryo, volendo vendicarsi di Dio, reputato colpevole di non aver concesso ai demoni di vivere sulla Terra, prende le distanze da quest’ultimo ed instaura un nuovo mondo, quello delle tenebre. Allora, iracondo e in collera,  Dio rade al suolo la Terra per la seconda volta. La storia così si ripresenta, destinata a ripetersi volta dopo volta.

Devilman CrybabyDi contraltare, quello che emerge nella sfera più umana/terrena è sicuramente l’amore. L’arpia Silen non è in grado di sconfiggere Devilman da sola, ma riesce a ferirlo a morte solamente dopo essersi fusa con il suo spasimante Kaim. Prima di allora, l’arpia, innamorata di Amon, non si era resa di conto dei sentimenti di Kaim nei suoi confronti. Questo a dimostrazione del fatto che l’amore non è prerogativa degli umani. Un altro esempio di amore è quello di Ryo nei confronti di Akira. Dopo averlo ucciso, Ryo rimane con il corpo mutilato di Amon e sussurra: «Senti anche tu quel che sento io, perché senza di te io non potrò più sentire». Ma, al pari del manga, la series presenta temi complessi e delicati come lo stupro e il cyberbullismo. Lo stupro è evidente nell’azione sessuale di Devilman nei confronti di Silen; mentre il secondo acacde quando Miki viene minacciata e poi uccisa a seguito di un messaggio rilasciato su un social network dove prendeva le difese di Devilman.

Dunque Yuasa aggiorna non solo il fumetto, ma anche tutti gli OAV e le serie precedenti, mostrandoci moderni abiti nipponici, corredando le scene con musica house e illustrando dinamiche sociali e quelle più aberranti del web-zone. Perchè Devilman Crybaby non lascia spazi a sogni e fughe dalla realtà, ma solamente a fugaci amori, che non riescono mai del tutto a compiersi. Malgrado questo, non mancano alcuni aspetti negativi. Primo fra tutti, la staticità di alcuni segmenti centrali. Il ritmo della serie rimane elevato, eppure questi episodi lo rallentano bruscamente, facendo a più riprese distrarre lo spettatore. Inoltre alcune scene risultano volutamente sfocate, messe lì tanto per esaltarne la ‘crudezza’ quanto nel dare sfogo ai colori acidi, come il rosso cremisi.

DEVILMAN CRYBABY

Giappone 2018

Trailer della prima stagione

Matteo Platania

L’amore per il cinema d’animazione deriva da un evento avvenuto circa 15 anni fa: la visione del film “La città incantata” di Miyazaki. Da quel momento decisi di recuperare più film d’animazione giapponese possibili, fino ad avere un mio bagaglio culturale. L’amore per il genere d’animazione mi accompagna fin da piccolo ed ora voglio sviluppare tutto il mio potenziale scrivendo recensioni

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