Hereditary di Ari Aster

 

L’horror come ramificazione sinistra e avvolgente, che guarda prima a tessere diorami sul genere del passato (citati torbidamente anche nell’ultimo Lanthimos), e poi a quelle radici del male rimodellate, in tempi non sospetti (vedi James Wan) su mood ovattati e demoniaci. Hereditary porta con sè il caos delle migliori intenzioni, lo shock anafilattico velato di ogni ambiguità, l’oscurità senza nessuna pietà ma carica di misticismi-ancestrali, al pari delle sue tragedie terribili pronte ad abbattersi sui rapporti già stridenti madre/figlio. 

Ellen Graham muore insieme ai suoi misteri. Mentre la figlia Anne (Toni Collette) elabora il lutto di una complicata figura materna, nella casa dei Graham avvengono fenomeni inspiegabili, che sembrano presagire qualcosa di funesto e di profondamente inquietante. Sembra che la donna, infatti, nonostante sia morta, continui a gettare sulla famiglia un’ombra oscura, specialmente sulla nipote adolescente Charlie (Milly Shapiro). Quando la situazione precipiterà, sarà compito di Annie esplorare una dimensione malvagia per evitare il triste e oscuro destino che tutta la famiglia sembra aver ereditato…

Ari Aster corre sul filo dell’incertezza, verso una follia impossibile da sdradicare, ma, che anzi, cresce sotto pelle mentre intorno – l’orrore grottesco – esplode in qualcosa di psicologicamente incontrollabile. Agendo per accumulo di immagini, suggestioni inanimate, di per sé uniche e disturbanti, appoggiandoci poi quegli elementi soprannaturali dove annidare sentimenti violenti in lenta ma continua progressione. Così, Hereditary, si dispone infernale ai nostri occhi: come un valzer inesorabile che finisce sull’esaltare dell’ignoto meta-cinematografico a cui aspira, nutrendosi del proprio (scioccante) mondo interiore. Mai soffocante, benché la cura formale dal taglio contemporaneo faccia di tutto per generare disagio, moltiplicare le asperità e sciagure dei suoi tormentati protagonisti.

Cinema posseduto da traumi, che scava tra le ombre di una famiglia con rare disfunzionalità per soggiogarci e depistarci, fino al suo epilogo satanico dall’incredibile potere catartico. Che rimane lì, sul finale fisso ed iconico, tra l’eccezionale e il mistero, con formidabile forza d’urto. Giocando in maniera diretta con il riferimento cinefilo più eclatante, l’intramontabile Rosemary’s Baby di Roman Polanski, nonché spingendo il genere horror su nuovi territori ancora più agghiaccianti. Per un puro terrorismo emotivo.

HEREDITARY

Regia: Ari Aster

Cast: Toni Collette, Gabriel Byrne, Alex Wolff, Milly Shapiro, Ann Dowd, Marilyn Miller

USA 2018

Trailer del film

Francesco Bruni

Lynchiano di spirito, Malickiano di adozione, mi cimento con la 7 Arte da quando possiedo memoria. Ho collaborato con diverse testate online, esplorando il cinema in tutte le sue forme, prodigandomi nella tecnica audiovisiva come nella scrittura di critica giornalistica. DaDamovie è il mio primo blog cinematografico.
 

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