Bodyguard, la recensione della prima stagione disponibile su Netflix
Bodyguard è il thriller politico, targato BBC, che ha recentemente conquistato il Regno Unito (risultando la serie più vista dal 2002, con uno share del 40.9 per la prima puntata). E ciò non stupisce date le straordinarie ed ipnotizzanti performances dei due attori protagonisti Richard Madden e Keeley Hawes. Proprio lui, il Robb Stark di Game of Thrones e il Cosimo De’ Medici nei Medici, si getta per la prima volta nella mischia in un thriller politico con una performance emozionante che potrebbe consacrarlo come futuro James Bond cinematografico. La miniserie ideata da Jed Mercurio, composta da 6 episodi per la regia di Thomas Vincent (dei primi 3 episodi) e John Strickland (per gli altri restanti) è disponibile da ottobre su Netflix.
Richard Madden interpreta il sergente David Budd, che dopo aver sventato un attacco terroristico (di matrice jihadista) su un treno, viene assegnato alla protezione di una donna di alto profilo, il Ministro dell’Interno Julia Montague, interpretata da Keely Hawes, soggetto particolarmente a rischio a causa della sua lotta politica contro il terrorismo. L’agente Budd, pur essendo professionalmente impeccabile, è un uomo inflessibile e imperscrutabile, è un soggetto complicato in quanto soffre di un disturbo da stress post-traumatico a seguito della guerra in Afganistan, e ciò gli causa improvvisi attacchi di violenza e problemi con l’alcol e tutto ciò l’ha allontanato dalla sua famiglia. Julia Montague è una donna sicura di sé, calcolatrice e ambiziosa, che vuole continuare la sua scalata ai vertici del potere e per questo non si farà scrupoli sui mezzi da usare per attuare i suoi audaci piani. Da una parte si instaura e si consolida un forte rapporto di fiducia tra Budd e Montague, dall’altra in politica si assiste al vacillare delle relazioni interpersonali. Nei salotti londinesi del potere si tramano complotti a cui prendono parte non solo politici, ma anche la polizia e la sicurezza nazionale instaurando un clima di incertezza e di inganno in cui non ci si può fidare di nessuno. A destabilizzare ulteriormente la situazione politica non c’è solo il malaffare dilagante ma anche la crescente minaccia del terrorismo.
Insieme, Madden e Hawes (che ha recitato in Line of Duty e The Durrells in Corfu), fanno scintille: la loro alchimia è perfetta, e molto spesso non servono dialoghi per capirsi reciprocamente ma si parlano con lo sguardo e con la mente. Venendo dopo una serie come House Of Cards, giudicando dai primi due episodi potrebbe sembrare erroneamente una serie prevedibile e non innovativa. Ma non sarà affatto così. Perché, in un’alternanza tra sequenze d’azione e momenti di suspense sottile, lo spettacolo rimane magnetico e ricco di tensione. Mercurio è abbastanza audace da creare una vera posta in gioco che non garantisce la sicurezza di nessuno e getta colpi di scena per mantenere instabili gli spettatori, creando intelligenti cliffhangers tutti da assaporare. Parte del divertimento non è tanto capire chi c’è dietro la trama ma nel come questa si dipani. Tutto ciò culmina con un episodio finale ricco di pathos e difficile da pronosticare. Tuttavia, pur riuscendo nel tentativo di spiazzare lo spettatore, Bodyguard perde lungo andare di resa emotiva e l’epilogo non risulta brillante al livello della serie. Lo spettatore si trova catapultato davanti alla verità senza creare un giusto mood né la giusta enfasi che giustifichi in maniera efficace lo sviluppo degli eventi. Moralmente parlando, la scrittura di Mercurio non prende mai una posizione ben definita ma rimane super partes. Infatti, egli stesso ha dichiarato alla stampa che il suo intento non era quello di schierarsi a favore di qualche posizione politica, ma farci ascoltare voci contrastanti, e quindi fornire punti di vista diversi (incarnati da Julia e Budd) così che ognuno possa elaborare una propria idea critica.
Facendo un tuffo nel passato non mancano esempi in cui grandi personalità sono state uccise da persone a loro vicine come Giulio Cesare, o addirittura dalle proprie guardie del corpo, come capitò a Indira Gandhi. Allo stesso tempo si contano molte esempi, nella Storia, con protagoniste guardie del corpo che hanno salvato Presidenti americani come Truman o Reagan. In questo clima di incertezze sia sul piano pubblico che privato, viene costantemente da chiedersi a quale categoria appartenga il nostro protagonista. Un uomo che è pronto a sacrificare la sua vita per gli altri e, in caso di fallimento, pronto a suicidarsi? O, data la sua instabilità mentale, un probabile assassino?
BODYGUARD
Cast: Richard Madden, Keeley Hawes
UK 2018